Il PD si trova attualmente a vivere una fase decisiva e assai critica della sua breve ma intensa storia politica.
Vanno verificati i risultati ad oggi ottenuti rispetto ad un progetto nato esattamente dieci anni fa con una forte ambizione: guardare al futuro amalgamando le migliori risorse del centrosinistra per affermare l’esistenza di un nuovo riformismo e di una ampia forza alternativa alla destra e alle spinte neoconservatrici.
La situazione attuale, mondiale, europea e nazionale, mostra come la sinistra sia fortemente in crisi, con scenari futuri che promettono nulla di positivo.
L’affermazione negli USA di un personaggio come Trump, capace, pur con le sue idee di stampo neofascista e razzista, di convogliare sulla sua persona il consenso di masse di popolazione delusa dalla politica e impoverita dalla crisi, la avanzata di forze di estrema destra, populiste e antieuropee, nelle elezioni in varie parti dell’Europa e a cui difficilmente la sinistra potrà contrapporre un argine, rendono indispensabile una riflessione sull’ identità delle forze progressiste in Europa, sulle loro proposte per fronteggiare la crisi e la globalizzazione, su come governare i processi di immigrazione e combattere il terrorismo di matrice islamica, su come rafforzare e rendere concreta un’idea di Europa. Temi di non poco conto e per i quali occorrerà trovare una linea comune tra i partiti socialisti e democratici, recuperando valori essenziali del riformismo europeo e abbandonando politiche che strizzano l’occhio al neoliberismo e che pure hanno attecchito, negli ultimi anni, nella sinistra europea.
Marcello Cafueri (Segretario uscente - Relazione introduttiva)

Poi c’è l’Italia. L’Italia del dopo referendum, con i suoi problemi legati alle emergenze (terremoti, dissesti idrogeologici, inquinamento, flussi incontrollati di immigrazione) e ad una crisi economica che costringe sempre più ai margini fasce di popolazione come i giovani (non a caso schierati per un buon 80% contro la riforma costituzionale e il governo Renzi) e che vede crescere il divario tra i ricchi ed il resto della popolazione, tra Nord e Sud.
Sarebbe profondamente sbagliato considerare del tutto negativamente l’esperienza del governo Renzi, nato a seguito di un esito elettorale che non consegnava una maggioranza parlamentare al Paese e che comunque ha ottenuto buoni risultati, messi in sicurezza e ampliati dal governo Gentiloni. Soprattutto varando importanti leggi di civiltà (unioni civili, dopo di noi, contrasto al caporalato), non indulgendo a politiche di intolleranza verso il fenomeno dei migranti, tentando di sottrarsi ai diktat europei di Paesi come la Germania per liberare essenziali risorse finalizzate alla crescita, incentivando la salvaguardia dei beni culturali, impegnandosi a reperire fondi per le regioni del Sud, promuovendo leggi di civiltà come quella sullo “ius soli”.

E’ indubbio però che su altri fronti, quali ad esempio le politiche economiche e del lavoro o quelle nel settore dell’istruzione, i provvedimenti partoriti dal governo Renzi hanno raggiunto solo parzialmente i risultati sperati ed hanno creato un profondo solco con il mondo del lavoro e con il ceto medio. Cosi come carente è apparsa l’iniziativa per contrastare la povertà (e in tal senso appaiono giuste e improcrastinabili le misure annunciate dal governo Gentiloni) e molto confusa la proposta di riforma costituzionale.
E’ comunque indubitabile che il PD rappresenta l’unico argine politico alle derive dei populismi in salsa italiana e ai neonati movimenti sovranisti e razzisti che ormai rappresentano un vero e proprio pericolo per la tenuta della nostra democrazia.
Infine, alcune riflessioni sulla situazione locale.
La mia esperienza da segretario di circolo si chiude dopo 8 anni di duro impegno che ha dato, credo, importanti risultati per il nostro partito e per la Città.
Questo lo rivendico con forza.
Il risultato del giugno 2014 può essere definito come storico per Francavilla con quel percorso, iniziato con le primarie del centrosinistra che si concluse con lo splendido e importante risultato di una Francavilla finalmente libera dal vecchio sistema di potere. Quel risultato non fu per nulla frutto di occasionalità o strane congiunzioni astrali ma divenne realtà grazie ad un progetto, ad una scommessa, alla forte caparbietà di alcuni, ad un lungo e paziente lavoro, che consentirono di raggiungere un obiettivo, sicuramente difficile ma non insperato.


Le vicende successive hanno dimostrato che il PD, divenuta la forza centrale e più importante della politica francavillese, ha sempre operato con lealtà e spirito di collaborazione nei confronti di tutte le forze della coalizione, avendo come primo obiettivo quello di tutelare l’Amministrazione in tutte le sue componenti e perseguire i punti programmatici che si erano divisati insieme, mettendo sempre al centro il progetto comune e non gli interessi di bottega (accettando ad esempio, cosa di non poco conto, una rappresentanza “minoritaria” in giunta).
Tutto questo purtroppo, spesso non è servito, cosi come non sono serviti, ancora una volta con il PD nelle vesti di forza responsabile e consapevole, i tentativi di evitare fratture e di ricomporre ed allargare la coalizione, soprattutto con SEL.
Si è dovuto, quindi, prendere atto di una situazione che era divenuta ormai insostenibile, nella quale si era cercato in tutti i modi di far prevalere logiche “identitarie” e “di parte” a scapito di una visione più complessiva e strategica della cosa pubblica, logiche che avrebbero minato le sorti dell’Amministrazione Bruno proprio nel momento in cui importanti progetti di rilancio e di crescita della Città erano in atto e in procinto di realizzarsi. Questo non poteva essere consentito!
Ora però, a distanza di un anno mezzo dalla scadenza naturale del mandato ricevuto, c’è bisogno di rilanciare l’iniziativa politica nel territorio, con idee e persone nuove, libere da condizionamenti, capaci di impegnarsi a tutto campo non soltanto sulle questioni di carattere amministrativo e locale. E questo congresso dovrà essere anche finalizzato ad aprire un dibattito sul nostro futuro, a partire dal tema delle alleanze.


Premesso che è senz’altro da giudicare positivamente l’esperienza amministrativa intrapresa dopo la elezione di Maurizio Bruno a Sindaco e che questo ultimo tratto di consiliatura dovrà essere orientato a portare a termine importanti opere pubbliche e progetti diretti a perseguire l’obiettivo di migliorare la Città. Pensiamo all’ambiente e al ciclo dei rifiuti, al recupero del patrimonio comunale in stato di abbandono, al potenziamento dei servizi sociali, alle iniziative per il rilancio della nostra economia, alla valorizzazione dei beni culturali e artistici, alla pianificazione urbanistica della Città.
Concordo con quanto affermato in una nota congressuale dall’amico Massimo Caliandro. Non sarà questo congresso a decidere definitivamente le strategie per il futuro di questo Partito a Francavilla. Troppe sono ancora le incognite sul tappeto, a partire, a livello locale, dall’effettivo compimento delle opere e dei progetti amministrativi cui facevo cenno e a cui inevitabilmente è legata la continuazione dell’esperienza amministrativa, alla situazione ancora magmatica che si profila a livello nazionale in vista delle prossime elezioni politiche e quelle per la elezione dei governatori in importanti Regioni-
Però dobbiamo gettare le basi, proprio in questo congresso, per disegnare un percorso, per tratteggiare una linea, per indicare le strategie che, almeno nell’immediato, dovranno guidare le nostre idee e i nostri obiettivi.
Noi saremo sempre un partito di centrosinistra, dove i valori e le idealità della sinistra dovranno essere sempre punto di riferimento dell’azione politica. Ma non saremo mai vincolati a pregiudizi e preconcetti magari derivanti solo da impostazioni meramente ideologiche, bensì saremo disponibili a dialogare con tutti coloro che hanno a cuore le sorti della Città e che hanno deciso di operare quella rottura con il passato che le elezioni amministrative del 2014 ha reso possibile.
Occorrerà rivolgerci, misurando la nostra capacità di governo della Città, a quella sinistra libera da condizionamenti ideologici e da livori personalistici che guardi al futuro e a nuove forme di rappresentanza della società, al mondo del civismo democratico e dell’impegno sociale, e a quelle forze moderate di centro che hanno deciso di operare in discontinuità con le esperienze di governo di centrodestra di questa Città e che rappresentano bisogni e aspettative di una fetta rilevante della popolazione francavillese di cui non si può assolutamente non tener conto.
Per il Partito di Francavilla, che pure ha vissuto momenti di appannamento e di sostanziale inerzia dell’azione politica - di cui sono disposto ad assumermi le mie responsabilità e su cui bisognerà ritornare a riflettere per capire come evitare che momenti di stallo possano riproporsi - ritengo essere una vera e propria priorità aprire una nuova fase, ricostituire un gruppo dirigente, elaborare e progettare l’iniziativa politica nel territorio con nuovi protagonisti, senza dimenticare chi, tra gli uomini e le donne di questo partito, ha dimostrato in questi anni senso di attaccamento disinteressato, libertà di pensiero e spirito di sacrificio.



Lascio la guida di questo partito con qualche rimpianto, principalmente quello di non essere riuscito a trattenere al suo interno tante risorse umane ed intelligenze che si sono disperse, spesso per stanchezza o disillusione ma anche per nostra incapacità ad aprirci del tutto ad ogni contributo attivo.
Ma la lascio anche con l’orgoglio e l’ottimismo di chi sa che ha sempre operato con disinteresse e spirito di collaborazione con tutti, guardando al circolo come si guarda ad una casa comune, ad una collettività fatta di sensibilità diverse ma soprattutto di passione e desiderio di spendersi nella direzione della crescita sociale, civile e politica della nostra Città.
E poi, sento di poter dire che lascio il Partito in mani sicure. Fabio ha rappresentato per me in questi anni un punto di riferimento, una persona preparata, attenta e leale con cui ho lavorato gomito a gomito e che sono sicuro sarà in grado di continuare, migliorandolo, il percorso di crescita di una nuova classe dirigente del Partito.
Ripartire da questo congresso, dallo sbocco unitario che ci siamo dati, dal rinnovamento anche qualitativo di chi si candida ad entrare nel direttivo, per girare una pagina importante della nostra storia e guardare con ottimismo al futuro che ci attende.
Io sono sicuro, che con l’impegno e il sacrificio di tutti, ci saranno ancora pagine importanti da scrivere nell’interesse della nostra Città.
Buon Congresso a tutti.
